La scelta di alimenti organici o biologici è un segnale di cambiamento nelle abitudini dei consumatori, che negli ultimi anni hanno mostrato un sempre maggiore interesse per prodotti più genuini, semplici ed etici.
Per questo, è importante guidare chi vuole compiere tali scelte verso una consapevolezza ancora maggiore: biologico e organico sono la stessa cosa? Qual è la differenza tra questi termini, e perché un consumatore informato dovrebbe conoscerla?
Prodotti biologici e prodotti organici: sono la stessa cosa?
Sebbene questi due termini siano spesso percepiti come sinonimi, in realtà organico e biologico non sono la stessa cosa.
Non tutti lo sanno, ma in inglese il termine “biologico” si traduce con “organic”, ed è questo che spesso crea confusione nei consumatori nostrani! In italiano, tuttavia, i termini “biologico” e “organico” non possono sovrapporsi perfettamente, in quanto il primo indica un metodo di produzione che deve, per legge, seguire precisi standard, mentre il secondo si riferisce semplicemente agli alimenti non trasformati.
Vediamo più nel dettaglio il significato di queste due importanti parole.
Il significato di “biologico”
Dalla cosmesi alla moda, i prodotti biologici sono sempre più presenti come alternativa sostenibile e rispettosa della biodiversità alla produzione di massa: in questo contesto, la rivoluzione più significativa è avvenuta in campo agroalimentare, la culla del movimento organic farming (in italiano agricoltura biologica), dal quale tutto ha avuto inizio.
In generale, infatti, biologico è tutto quello che segue precisi standard di produzione definiti per legge e certificati da enti preposti.
Il concetto di “biologico”, infatti, è strettamente legato alla dimensione legislativa; in Unione Europea, ad esempio, la legislazione è particolarmente stringente, disciplinata dai Regolamenti UE 2017/625 e 2018/848., e deve coprire l’intero ciclo produttivo, dalla materia prima al prodotto finale, passando anche per mangimi e concimi. Per essere considerati davvero biologici, un prodotto o un’azienda devono rispettare standard di produzione ben definiti ed essere accreditati da enti autorizzati.
I prodotti biologici in Europa sono facilmente individuabili grazie a un marchio di garanzia ben riconoscibile, la famosa Euro-leaf.
Anche il nostro Paese si muove verso una regolamentazione maggiore delle produzioni biologiche: ad esempio, un recente decreto legislativo approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 5 ottobre vuole adeguare sempre più la produzione nazionale agli standard europei di cui sopra.
Cosa sono i prodotti biologici?
Da quanto detto fino ad ora, deriva che anche un prodotto biologico debba aver superato rigidi controlli e debba rispondere a caratteristiche ben determinate. Inoltre, un prodotto bio può provenire sia dalla produzione vegetale sia da allevamenti, e può anche essere un prodotto trasformato a partire da materie prime di origine biologica.
Dal 1° gennaio 2022, la normativa vigente distingue due categorie principali di prodotti biologici. La prima riguarda prodotti con almeno il 95% di ingredienti biologici: significa che, per essere considerati biologici, almeno il 95% degli ingredienti deve provenire da coltivazioni o allevamenti biologici. Gli ingredienti non biologici presenti devono essere inclusi in un elenco specifico approvato dalla normativa. La seconda categoria invece è quella degli alimenti contenenti ingredienti biologici: in questa categoria rientrano prodotti che incorporano alcuni ingredienti biologici oppure che hanno come ingrediente principale un alimento derivante dalla caccia o dalla pesca di specie selvatiche. In questo caso, tutti gli altri ingredienti devono essere biologici.
Questa classificazione mira a garantire trasparenza e coerenza nel settore dei prodotti biologici, promuovendo pratiche agricole sostenibili e rispettose dell’ambiente.
Insomma: un prodotto biologico deve provenire da agricoltura biologica, e in questo contesto è bene sapere che in Europa questo significa prodotto con processi che escludano categoricamente il ricorso a insetticidi, erbicidi e pesticidi sintetici, così come a OGM e radiazioni ionizzanti; per quanto riguarda il bestiame, poi, l’UE vieta anche l’uso di ormoni e limita quello di antibiotici.
Esemplare è, in questo contesto, il cambiamento profondo che i valori del biologico hanno introdotto nella produzione di prodotti di origine animale, in particolare nella carne biologica: nettamente contrapposto alla formula dell’allevamento intensivo, un allevamento biologico si basa sul rispetto per la natura e lo stile di vita degli animali, garantendo loro ampi spazi e un’alimentazione adeguata, evitando al contempo trattamenti medici inutili e stressanti.
Per tutti questi motivi, il biologico è soprattutto un nuovo modo di pensare non solo l’alimentazione ma l’intero ciclo produttivo, fortemente contrapposto alla produzione di massa, alla logica del profitto a ogni costo: si tratta di un universo in cui una concezione più sana del rapporto con l’ambiente e con gli animali è alla base di un sistema di valori sempre più sentito da aziende e consumatori.
Un altro aspetto molto importante di cui parlare è che, sebbene la normativa stabilisca degli standard minimi per definire un prodotto come biologico, è fondamentale sottolineare che questi rappresentano solo la base di partenza. La legge indica ciò che è necessario fare per ottenere la certificazione biologica, ma non limita le aziende nell’adottare pratiche ancora più rigorose e sostenibili. In questo contesto, noi di Pedrazzoli, per passione e dedizione verso l’ambiente e il benessere animale, andiamo oltre gli obblighi normativi, impegnandoci in un percorso di miglioramento continuo che coinvolge ogni fase del processo produttivo, dall’allevamento alla trasformazione finale del prodotto. Questo approccio non solo garantisce alimenti di alta qualità, ma contribuisce anche a promuovere un modello di produzione agricola che rispetta pienamente i principi dell’agricoltura biologica, dimostrando che è possibile fare di più per il nostro pianeta e per la nostra salute.
Il significato di “organico”
Dall’altra parte, la parola “organico” non indica un prodotto o una produzione legati al rispetto di criteri ben precisi: questo termine si riferisce, invece, a prodotti che hanno come origine una forma di vita (e, quindi, di origine vegetale o animale) e non trasformati, come frutta e verdura, ma anche pesce, carne e uova. “Organico”, dunque, non implica un metodo di produzione biologico, né necessita di alcun riconoscimento o accreditamento, ma si riferisce unicamente all’assenza di lavorazione industriale del prodotto stesso.
I prodotti naturali e i prodotti ecologici sono anche bio?
Un altro termine che spesso crea confusione è “naturale”. Apparentemente la parola più intuitiva del mondo, quando si parla del settore alimentare “naturale” si riferisce a prodotti di derivazione animale, vegetale e anche minerale che possono aver subito trasformazioni, o che sono fatti a partire da sostanze ottenute trasformando materie prime naturali.
Come per i prodotti bio, anche per quelli naturali esistono delle certificazioni, che possono essere assegnate da enti riconosciuti se il prodotto è composto per una percentuale (variabile a seconda del settore di riferimento) da sostanze naturali.
La stessa cosa si può affermare per il termine “ecologico”, anch’esso spesso associato ai prodotti bio: nata come studio dei rapporti tra i diversi organismi viventi del nostro Pianeta, oggi, nel settore agroalimentare, l’ecologia è un metodo che vuole ridurre l’impatto ambientale della produzione degli alimenti. Un prodotto è dunque ecologico se la sua produzione è studiata (in tutto o in parte) per ridurre al minimo l’impatto ambientale del prodotto stesso.
Dunque, nemmeno “naturale” ed “ecologico” possono essere considerati veri sinonimi di “biologico”, sebbene i prodotti biologici siano anche naturali ed ecologici in quanto si basano su materie prime di origine naturale e seguono standard produttivi volti a un maggiore rispetto dell’ambiente.